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La prima fonte di informazioni è data dalla Visita Clinica e dai Dati Anamnestici, informazioni sullo stato di salute attuale e pregresso, forniti dal Paziente: in alcuni casi, la presenza di patologie particolari può sconsigliare o fare escludere la soluzione implantare; in altri, ricorrendo a ulteriori analisi con esami ematologici o chimici, non si preclude all'intervento.
Quando esistono i presupposti, l’Odontoiatra ricorre ad alcuni esami radiologici, primo fra tutti: l'ortopantomografia o panoramica dentaria. La panoramica è un’immagine appiattita che non fornisce alcuna informazione circa lo spessore e l'altezza dell'osso da trattare, per conoscerli bisogna ricorrere alla T.A.C. (Tomografia Assiale Computerizzata) con cui l'Odontoiatra riesce a stabilire il sito più idoneo e le modalità dell'intervento.
L'operazione si svolge in diverse fasi:
- Isolamento della parte prescelta
- Incisione e sollevamento della porzione di gengiva per scoprire l'osso sottostante
- Preparazione, con frese di diametri diversi, del foro adatto a ricevere l'impianto
- Inserzione della vite inserita strumentalmente nell'osso alesato
- Sutura con alcuni punti chirurgici del lembo di mucosa
L'impianto è all'interno dell'osso e l'aspetto del sito trattato è quello di una normale mucosa gengivale per tutta la durata della guarigione.
Il decorso post-operatorio, di norma, non presenta alcuna difficoltà; un impacco di ghiaccio all'esterno della parte operata previene il gonfiore e l'uso di antinfiammatori controlla l'edema; il dolore post-operatorio è, in genere, modesto o inconsistente, comunque tollerabile. Seguendo le indicazioni fornite dall'Odontoiatra non insorgono complicazioni.
Inizia così il periodo di guarigione, variabile tra i quattro e i sei mesi, che permette all'osso di formarsi e aggregarsi intorno alle spire esterne dell'impianto; eventuali protesi provvisorie riporteranno a un’accettabile funzionalità masticatoria ed estetica.
Dopo circa quattro/sei mesi l’Odontoiatra, verificata la perfetta integrazione e solidità dell'impianto, passa alla fase di carico attraverso la protesi implantare prima con provvisori fissi o mobili, poi con la protesi definitiva che restituisce la piena efficienza all'apparato orale del Paziente.
La durata della vite non è quantificabile poiché dipende da numerosi fattori.
Decisiva è la manutenzione domiciliare, eseguita applicando una scrupolosa igiene orale, con l'uso di spazzolini e scovolini per evitare la formazione di un eccesso di placca batterica con la conseguente formazione del tartaro.
Per monitorare il sistema impiantato è necessario eseguire dei controlli odontoiatrici periodici: mensili per i primi 6 mesi, semestrali nei primi due anni, quindi annuali.
Il successo dell’implantologia dentale raggiunge un valore percentuale del 95 % a 18 anni dall'intervento se si seguono tutte le indicazioni fornite dall'Odontoiatra nelle varie fasi di intervento e, soprattutto, un efficace programma di manutenzione.
Il dato statistico rende questo tipo di intervento sicuro e ormai largamente impiegato.
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